Pasci le mie pecore

Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene».
Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore».

Giovanni 21.15-17

Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: “Figliolo, va’ a lavorare nella vigna oggi”.
Ed egli rispose: “Vado”, ma non vi andò.
Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: “Non ne ho voglia”; ma poi, pentitosi, vi andò.
Quale dei due fece la volontà del padre?

Matteo 21:28-31


Stamattina, rientrando dall’annaffiare alcune piante in giardino, mi vennero in mente questi due passaggi. Nel primo Gesù riconcilia Pietro con sé, dopo il suo tradimento. Per tre volte gli dice, Mi ami, Pietro? Pietro si sarà sentito perforato nel più profondo del cuore. Una domanda di questa importanza, ripetuta tre volte, da Gesù, il Maestro che ami ma che hai appena tradito, manderebbe in crisi chiunque.

Pietro, alla fine, ammette, “Gesù, lo so, non sono un granché. Parlo, dico, prometto e poi non faccio. Però, alla fin fine, ti voglio bene.”

Gesù è felicissimo della risposta. Va bene. Stai tranquillo, ti conosco. Non mi aspetto la perfezione da nessuno dei miei discepoli e neanche da te. Ben tornato in famiglia. Ti do un incarico, pasci le mie pecore. Prenditi cura dei tuoi fratelli, guidali con l’esempio, proteggili, lasciati usare nei campi per i quali ti ho dato la chiamata.

Un padre ha due figli. Ad ambedue dice, Andate a lavorare nella vigna, per favore. Uno dice, Subito, papà, e poi non ci va. L’altro dice, No, papà, e poi ci va.
La domanda è: chi dei due ha fatto la volontà del Papà?

Chiaramente il secondo. È partito molto male, disubbidiente e maleducato. Poi, però, ha fatto la volontà di Dio. Il primo è partito molto meglio. Certo, papà. Lo faccio subito; non ti preoccupare, papà! E poi non lo fa. Chi ha fatto la volontà del padre?, chiede Gesù. Chiaramente il secondo.

Come cristiani tante volte diciamo a Dio, Sì, sì, ti servirò sempre! Parla che il tuo servo ascolta! Farò la tua volontà a qualunque costo. Finito quel momento di incontro speciale con Dio, però, riprendiamo la nostra attività quotidiana esattamente come prima che Dio ci parlasse e gli facessimo la promessa solenne di fare tutto quello che ci aveva detto di fare.

Giacomo 1:21-25 ci tocca il più profondo del cuore con la sua affermazione che solo la messa in pratica costante della Parola di Dio ci libera, non il solo praticarla per qualche oretta o giorno.

Pietro ha ricevuto un incarico, pascere le pecore di Gesù. E, complimenti a lui, Pietro lo ha fatto fino alla fine della sua vita. Se avesse detto, Gesù, io ti amo. Pascerò le tue pecore, stai tranquillo. Me ne occupo io. Se lo avesse fatto per qualche giorno o qualche settimana, avrebbe fatto la volontà di Dio? No. Invece lo troviamo ad essere il primo a prendere la leadership per trovare un nuovo apostolo; il primo a predicare a Pentecoste rischiando la vita; ad essere uno di quelli che saggiamente portano avanti il principio, Questo lavoro si deve fare ma guai a noi se, come guide del gregge, per farlo, ci allontaniamo dalla preghiera e dalla Parola (Atti 6); a finire in prigione pur di portare avanti il servizio di Cristo; ad avere il coraggio di aprire un nuovo campo missionario, i Gentili, contro la mentalità radicata in se stesso e nella chiesa; a prendere la posizione giusta a Gerusalemme contro il parere di quelli secondo i quali Gesù non bastava ma bisognava pure seguire la legge di Mosè; a scrivere due (e probabilmente più) lettere pastorali che ci aiutano ancora oggi; e poi, secondo la tradizione, a morire per il servizio di Cristo.

Alti e bassi?, certo. Paolo ci indica un comportamento gravemente sbagliato di Pietro in Galati 2:11-14. Ma Pietro, con costanzissima, ha messo in pratica il comandamento datogli da Gesù fino alla fine della propria vita. Complimenti a lui.

Pascere le pecore vuol dire pascere le pecore. Fare la volontà di Dio vuol dire fare davvero la volontà di Dio. Se dico, sì, sì e poi non lo faccio, non crescerò mai. Non supererò mai le difficoltà che la vita, il diavolo e il mondo mi presenteranno davanti. Avrò sempre ragioni per andare da Dio lamentandomi: Signore, perché mi succede questo, perché non riesco a, ma dove sei, e bla e bla e bla …!

Fare la volontà di Dio vuol dire prendere quello che Dio ci ha detto di fare e farlo, oggi, domani, dopodomani, la settimana prossima, il mese prossimo e pure nel 2059 e seguenti. Sbaglio? Mi rialzo subito e riprendo immediatamente a fare quello che devo fare.

Solo questo mi renderà non solo forte ma fortissimo. Non solo vincitore, ma vincitorissimo.

La grazia di Dio sia su ognuno di noi mentre ci impegniamo a FARE la sua volontà. I frutti non tarderanno a farsi vedere.

Giuseppe